mercoledì 28 novembre 2012

La vocina interiore


Ho letto un libro che parla dell'autodisciplina:

Auto Disciplina in 10 giorni

E' un testo veramente interessante. Insegna che l'inizio di un progetto va diviso in varie fasi, le prima di preparazione e le successive di azione. Senza la preparazione e saltando direttamente all'azione la maggior parte dei nostri propositi fallisce.

Nella lettura piacevole libro si scopre che tutti noi abbiamo una vocina interiore che si ribella e lo fa con temi quali:

Il disfattismo
La negatività
Il cinismo
L'"escapismo"
Il procrastinare

Ognuno di questi è affrontato nel dettaglio spiegando come la vocina usi tali metodi per non farci cambiare.

Si apprende come riprogrammare la mente con frasi positive, dette con un tempo presente, specifiche.

Impariamo:
  • che risulta più utile scegliere noi, dicendolo ad alta voce, quando non vogliamo fare qualcosa, piuttosto che dire "si lo faccio" e poi non agire. Dire "ho deciso di non...." toglie forza a questa forza del subconscio e la restituisce a noi.
  • a darci premi, anche piccoli, che ci aiutino nel compito
  • a trovare i lati negativi del raggiungere l'obbiettivo, cosa che di solito non pensiamo.
  • quali sono le paure dell'agire.
 Sono arrivato alla fine del testo e sto apprendendo la metodologia per passare all'azione.

Dentro me qualcosa dice:

"No, non devi farlo, non voglio cambiare, va tutto bene in questa maniera"
"Devi ribellarti a chi ti dice di fare dieta, è difficile, è pesante e poi che cazzo vogliono gli altri ! Chi ha chiesto questi consigli ? Loro non sono te !"
"Statevi tutti zitti, mi fate sentire male, io non voglio sentire che sto morendo, che la mia vita è a rischio"
"Rimandiamo a domani"
"Hai fallito già tante volte, fallirai nuovamente"

E qualcosa d'altro.

La mia malattia è un viaggio di scoperta all'interno dei meccanismi della mente. Spero che un giorno questa esperienza possa essere utile a qualcuno

Giuseppe Chillemi



martedì 27 novembre 2012

Appunti - 2

Sto cercando un equilibrio e la felicità. Potrei anche tornare indietro ma li cerchero' sempre.


Molti cibi non li vorro' mangiare perchè sono insapore e significa dieta, deprivazione, malattia.

Quello che togliero' con il cibo lo aggiungero' con qualcosa di altro nella mia vita.

La  nuova alimentazione deve tenere conto che:
1) Non sappiamo cucinare in maniera corretta
2) Siamo abituati a mangiare cose pronte
3) Ci vuole tempo a riabituarsi.

Come per i drogati, non si puo' togliere cio' di cui siamo dipendenti tutto in una volta.
Ad esempio l'insalata. Siamo abituati a non mangiarla o mangiarla ipercondita.

Un buon metodo per iniziare sarebbe: comprarla pronta, condirla ed abituarci ad aggiungerla al pasto. Una volta che ci siamo assuefatti al sapore, al gesto di acquistarla, metterla nel piatto e mangiarla iniziamo ad elaborarla e diminuire i condimenti calorici.

Alimentarsi bene deve essere una scuola che inizia un paio di volte a settimana. In queste volte dobbiamo imparare ed apprendere per poi applicarlo costantemente in futuro.


Le feste sono momenti di probabile ricaduta perchè la mente torna nello stato del "mangione"

La dieta si inizia dopo avere riflettuto sui pro e sui contro ed averli appuntati, valutati e soppesati.

Prima si impara ad uscire di casa e poi si fa la dieta

Prima si impara ad affrontare la gente e poi si fa la dieta

Prima si impara a risolvere i problemi e poi si fa la dieta.

Prima ci si esercita nei nuovi comportamenti e li si stabilizza nel tempo e poi si fa la dieta.

I nuovi comportamenti si stabilizzano e le paure si superano piano piano.

Mettersi dei premi è importante

Incontrare gente ci aiuta a svagare la mente e diluire i cattivi pensieri verso quelli buoni

Il diario alimentare va fatto senza fare dieta. Ci aiuta a capire.

Gli obbiettivi devono essere graduali.

Appunti - 1


Note in forma libera:

Iniziare a scrivere queste note suscita in me resistenza. E' la stessa resistenza che provo all'idea di dovere "cambiare".
Resistenza è quella forte repulsione alla modificazione dei miei comportamenti e delle mie abitudini.
In fondo, ci sto comodo.
Mangiare quello che più mi piace; stare a casa; non lavorare; sono tutte cose che evitano lo STRESS. Sono i "safery behaviour", i comportamenti di sicurezza.
Piuttosto che scrivere queste note mi rifugerei nel letto o nella poltrona davanti alla TV. Se il "disconfort" aumenta che dire di aprire il frigo e rifugiarmi nel cibo ?

Ho fatto delle grandi partenze tutte finite male.
Ho riempito la casa di frutta e verdura
Ho speso 620 euro per una palestra e piscina in cui sono andato si e no 10 volte (62 euro ad ingresso, wow che record)
Ho pensato di "cambiare vita" tante volte ma sono sempre al punto di prima.

I cambiamenti, per essere assimilati, hanno bisogno di tempo. Tempo e costanza.

Ogni cambiamento puo' essere:
Guidato dalla motivazione, allora si iniza facilmente. Quando la motivazione cade, allora le azioni sono difficili da intraprendere e si ritorna ai vecchi comportamenti.
Se non è guidato dalla motivazione, allora è meglio un coportamento robotico, come quelli che si hanno dentro una struttura ospedaliera dove occorre comportarsi in una certa maniera.

I comportamenti che fanno nascere nella mente dei vantaggi e si radicano sono quelli più duraturi.

Ne acchiappi più con il miele che con lo scacciamoshe.

L'obeso si rifiuta anche di cucinare, preferisce i cibi pronti.

Il cibo è un modulatore dell'umore. Quando si sta male, ci si riequilibra con esso. Produce endorfine e ci si sente inebriati.

Il senso di colpa, la scarsa autostima, sono tutte sensazioni che fanno tendere all'alimentazione di cibi molto calorici.

Muoversi ? E' una follia. Si sta bene dove stiamo. Non muoversi è una situazione comoda.

Al solo pensieri di uscire si innesca la paura sociale: cosa penseranno di noi ? Io non valgo niente ! Rideranno di me ! Fatichero' ! Meglio stare a casa.

Si devono mangiare 5 pasti al giorno regolati.
E' una parola ! Per uno che non cucina, non va al supermercato, che si ricorda che cucinare bene = dieta e dalla dieta ne rifugge. La mente si oppone anche ai 5 pasti regolari sebbene si tratti di cibo. Il cibo deve essere libero, abbondante e servire all'occorrenza.

Le modificazioni devono essere lente, molto lente per essere apprese. Meglio poco che tutto in una volta con il rischio di rigettarlo.

Mangiare cibi "proibiti" ne fa richiedere ancora ed ancora, si entra nello stato mentale del mangione che vuole un orgasmo dalla sua droga.

Sbagliare una volta significa per un obeso avere sbagliato sempre e dire "ora ho fallito, ritorno come prima". Occorre insegnare all'obeso a far fronte alle ricadute, magari inserendone alcune pilotate ed aiutarlo a fare chiarezza nei propri pensieri.

Un obeso spesso non sa cucinare. L'idea di doverlo fare lo terrorizza perchè ha paura di sbagliare, non ha sviluppato l'abitudine.

Il perfezionismo ci dice: "se non sono perfetto è inutile che lo faccio".
Imparare ad essere imperfetti è una buona strada per guarire.

Occorre imparare ad affrontare, dopo averle individuate, le situazioni di STRESS estremo. L'esposizione graduale è un metodo psicologico per attenuarne gli effetti ed annullarli.

Cambiare le parole è importante "è terribile" va modificato con "fastidioso ma sopportabile".

Quando ci sono gravi situazioni che la mente vede come una invalidazione profonda dell'io c'e' un'alta probabilità di ricaduta. Cerchiamo il rifugio ed il conforto.
Dopo un paio di giorni, a mente fredda, si puo' valutare il reale effetto dell'evento invalidante. Era solo un attimo !

La fatica della palestra è una cosa terribile. Quando ci dicono "devi sudare" "devi raggiungere i tuoi limiti" noi vediamo un film horror e ci diciamo che gli altri sono pazzi !
Occorre una strategia particolare: bisogna preavvisare la persona e dirgli "oggi proviamo ad andare un po' oltre e vediamo come reagisce la tua mente ed il tuo corpo".Quando vuole fermarsi non farlo strafare ma dirgli "prova a fare il 5% in più e vediamo che accade. Il 5% è poco e di certo non muori".
Si, la paura di morire è dentro l'obeso.


Incontrando delle persone che sono solite commentare e suggerire come migliorare occorre fermarle e dirgli che cosi' ci fanno male. Nella nostra testa iniziamo a sentire la vocina che recita più o meno cosi' "sei un mostro, sei obeso, non ri apprezzano, devi fuggire, stai malissimo, che brutta esperienza sentirlo parlare, morirai".
In futuro si puo' programmare l'esercizio con l'aiuto di un terapeuta ed esporsi volontariamente ai "suggerimenti" altrui per monitorare cosa dice la testa, abituarsi e magari accettare e riderci su senza dirsi tutte quelle parole.

Emerge che un obeso ha parecchie situazioni stressanti da cui rifugge ed occorre abituarlo gradualmente ad esporsi e cambiare pensiero con degli esercizi.

L'autostima di un obeso è bassa. Per questo sarebbe bene trovare le cose in cui lui eccelle e si sente tranquillo e sottolinearle. Saranno le fondamenta su cui costruire la sua personalità.

Immaginare la catena degli eventi del: se va tutto male, cosa accade poi ? E poi ? E' una strada che conduce all'aprire la mente al nuovi futuri sbloccando quello stagnante che vediamo terribile.

Bastano 15-20 minuti per fare passare un attacco di fame.

L'attacco di fame sfocia una fase dove ci diciamo "non posso resistere, mi debbo alzare" a questo punto è molto probabile che apriremo armadi e frigoriferi e mangeremo.

La pectina di mele rallenta la digestione e fa rimanere il cibo in pancia per più tempo mantenendoci sazi a lungo.

Occorre inserire nella vita un cambiamento alla volta, stabilizzarlo, inserirne un altro e cosi' via.

Nei momenti intesi dell'esistenza si corre il rischio di perdere la strada maestra.



lunedì 26 novembre 2012

Fermiamoci e riflettiamo


2007-2012

Il blog è aperto da ben 5 anni ed è il momento di fare delle considerazioni.

Peso 182 Kg e mezzo.

Quando ho iniziato a confrontarmi con il pubblico pesavo 173 Kg.

Allora qualcosa è cambiato: ho dovuto prendere degli psicofarmaci ed il peso è schizzato in alto.

Da quel momento il  mio picco massimo è stato di 188Kg, dopo di cui mi sono assestato sui 186Kg.

Rispetto a 5 anni fa mangio dalle 1800 alle 2800 calorie giornaliere.

6 Kg li debbo alla "dieta paradossale". Non funziona con chi ha la mente troppo malfunzionante e c'e' concomitanza di diversi disturbi della personalità (gli strizzacevelli mi pare la chiamino "comorbidità")

Soffrivo di alimentazione incontrollata molto frequente. Adesso le mie abbuffate non superano le 800 calorie ed accadono al massimo un paio di volte a settimana.

I farmaci sono ancora qui. Nonostante loro, il peso è leggermente diminuito.

Ho tentato di fale palestra, di andare in piscina, di comprare regolarmente del cibo, di aggiungere verdura, di cucinare, di uscire ed avere una vita, un lavoro ma su questi punti c'e' un netto fallimento. Non sono entrati nella mia vita.

Da un altro canto, ho studiato molto ed ora la mente è più leggera e fiduciosa. La mia autostima era nulla, mi consideravo un diverso, un reietto. Adesso so che sono gli altri ad avere problemi quando mi guardano e non sono io ad avere un problema perche mi guardano; se gli altri sono cattivi, maligni è un problema di loro debolezza.
La mia autostima attuale è aumentata ma sempre bassa. Stare a casa, lavorare poco, non sentirsi realizzato, sono tutti fattori che contribuiscono ed abbassano l'umore e quando questo avviene il cibo è dietro l'angolo.

E' tempo di domandarsi: dove ho sbagliato, cosa continuo a sbagliare, cosa va cambiato e quali sono gli obbiettivi.

Sinceramente quando mi dicono "dimagrisci per cambiare la tua vita" non ci credo più. E' molto più utile dire "cambia la tua vita e come effetto collaterale dimagrisci". E' un punto assodato con i miglioramenti avvenuti nella mia testa. Da allora non accumulo più 10 kili l'anno come avveniva in passato.

Mi perdonerete se nei prossimi post vi sembrero' un pazzo ma la mente ha necessità di ragionare su molte cose apprese durante gli anni, sugli sbagli, sui ritorni al passato, sulla vita che conduco attualmente e sul cambiamento delle strategie con nuove e più funzionali.

Si tratta di un percorso di analisi, sperimentazione, ricerca delle strategie migliori, trial-and-error.

Sono estremamente fiducioso che alla fine ne verro' fuori con un programma adatto a me che mi aiuterà a traversare il guado in cui sono impantanato.

Vedremo.

Giuseppe Chillemi